Genitori elicottero è un’espressione usata per la prima volta nel 1990 da F. W. Cline e J. Fay nel loro libro “Parenting with Love and Logic: Teaching Children Responsibility” e che negli ultimi anni è utilizzata per indicare quei genitori che in modo eccessivo sono molto vicini ai loro figli al punto da controllare ed interferire in ogni aspetto della loro vita.
SONO GENITORI:
- Iperprotettivi
- Avvocati H24: difendono sempre i comportamenti dei figli senza una reale valutazione del contesto, è sempre l’insegnate ad aver sbagliato, l’amico ad essersi comportato male, “l’istruttore non doveva metterlo in panchina”, “l’insegnante doveva mettergli un voto più alto”, ecc.
- Facilitatori in ogni situazione, dalla scuola allo sport, es. “ ti rifaccio io il letto e sistemo la camera”, “ti preparo io lo zaino per la scuola” , “preparo io i vestiti da metterti” “ti ho preparato la sacca per la piscina”.
MA QUALI SONO GLI EFFETTI SUI FIGLI?
Creando situazioni costanti di confort, i genitori impediscono ai propri figli di sperimentare liberamente se stessi e soprattutto le emozioni come la delusione, la frustrazione e la paura.
Non vi è quindi spazio per imparare dalla vita quotidiana le strategie per affrontare ciò che accade ogni giorno.
Il futuro ha tante incognite e solo allenando le nostre competenze emotive e relazionali e sviluppando la capacità di problem solving potremo riuscire con successo ad essere felici.
Non vi è lo sviluppo dell’autonomia e soprattutto ne risente l’autostima, i figli dipendono morbosamente dai genitori.
COSA POSSIAMO FARE PER EVITARE QUESTI COMPORTAMENTI?
Facciamo un passo indietro, lasciamo ai figli lo spazio ed il tempo per sperimentare.
Concediamogli il tempo di sbagliare e impariamo a dire “NO, PROVA DA SOLO” ad una richiesta di aiuto, questo non vuol dire abbandonarli ma solo stimolare in loro l’autonomia e quindi la capacità di risolvere il problema.
FIDIAMOCI dei nostri figli.
“Veniamo tutti da una storia lunga fatta di padri e madri che sono stati a loro volta figli di padri e madri. Quando educhi sei chiamato a prendere contatto con la tua storia e spesso, l’urlo che lanci a tuo figlio, il bisogno di proteggerlo da una verità della vita o il desiderio di non lasciarlo andare non ha a che fare con lui ma con il bambino che sei stato”. L. Braina
Dott.ssa Veronica Cardinale